Serata fichissima in ristorante di classe.
Jò non si mette in tiro ma diciamo che rinuncia alle sue solite scarpe da tennis, ai pantaloncini di jeans e alla prima maglietta che generalmente le capita davanti per dei pantaloni bianchi e una maglietta nera leggermente scollata.
Orecchini di perle, treccia, un filo di lucidalabbra e mascara ed è pronta per la serata.
Dall’altra parte il folle abbandona gli shorts per dei jeans, T-shirt e via si parte non in macchina OVVIO! ma tutti in sella nella mitica Fazer per raggiungere il ristorantino all’aperto in un bellissimo borgo marchigiano.
Arriviamo e ci danno un tavolo che non da sulla balconata sul mare (“Tutti prenotati signorina”) ma sotto ad un grande ombrellone bianco costeggiato da una piantumazione violacea.
Ordiniamo.
Tic tac, inizia a piovere.
Me la godo, io ho l’ombrellone che mi protegge, il resto della ciurma impazzisce, corrono all’interno del ristorante, si vede che sono italiani, soltanto una coppia di olandesi rimane imperturbata a bere il suo vino con le gocce di pioggia salmastra.
(Mitici stranieri)
E’ a questo punto che inizia la follia.
Lo spostamento dei tavoli dall’esterno all’interno del ristorante provoca dei ritardi in cucina, il folle ed io ci accontentiamo di un antipasto e di un primo e andiamo alla cassa a pagare, per un dolce avrei dovuto aspettare troppo tempo.
Ci mettiamo in attesa, non c’è nessuno.
Si iniziano a sentire delle voci dalla cucina.
“MI DOVETE LASCIARE IN PACE HAI CAPITO??? PORCO D*O!”
Silenzio.
Dalla cucina esce la titolare, pallida e mezza tremolante.
Noi: “Mi scusi, possiamo pagare il conto?”
Lei: “Non so neanche che avete preso”
SIlenzio.
Iniziamo a dettare.
Io: “Parmigiana, tortelloni in crema di tartufo…”
Dalla cucina: “E SI E SI E SIIII! TI HO DETTO CHE è PRONTO!!!!!!!!!!!!! PORCO D*O!!!!! PORCA MAD*NNAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! PORCO D*OOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
Rumori violenti di stoviglie sbattute, ancora il silenzio.
L’imperturbabilità di lei.
Mi scappa una risata, la trattengo, spero non alzi lo sguardo verso di me altrimenti figura di m*rda, penso che devo trattenermi, mi viene da ridere, è una scena troppo comica anche perchè il tipo ha un certo stile nel bestemmiare… è troppo magistrale.
Conto fino a 10, cerco ancora di trattenermi, vorrei tanto ridere, guardo il Folle che recita una fintissima parte di quello che non ha sentito nulla, so però cosa pensa e vorrebbe ridere questo è certo.
Prendiamo la ricevuta, per andarcene ci giriamo verso i tavoli dei clienti.
Vedo le espressioni di ognuno di loro.
Sono tutti attoniti nei loro smaglianti abiti firmati e nella loro pelle di un abbronzato fastidiosamente vip.
Mentre guardo la scena penso che…
…ci sono cose che non hanno prezzo…per tutto il resto c’è MASTERCARD!
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